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Attualità

December 18, 2014 by mikelangelo Leave a Comment

Crisi e Risorse Umane – Risorse intellettive ed Economia Globale

Attualmente sul nostro pianeta vivono circa 7 miliardi di uomini, donne e bambini di cui una minima parte contribuisce allo sviluppo di nuove conoscenze per migliorare le condizioni di vita e non tutta l’umanità utilizza le tecnologie disponibili per soddisfare i propri bisogni.
Oggi, più che nel passato, c’è un grande divario fra il numero di persone impegnate in attività tecnologicamente avanzate e quelle che operano e vivono in situazioni di sottosviluppo sociale e individuale, anche se attualmente disponiamo di tecnologie che potrebbero ridurre velocemente il divario intellettivo e operativo fra gli uomini.Crisi e risorse umane - risorse intellettive ed economia globale
Se consideriamo che il cervello umano è la risorsa più diffusa, ma la meno sviluppata e utilizzata nella nostra Società, possiamo dedurre che continuiamo a sprecare la risorsa più importane disponibile per migliorare il nostro tenore di vita e raggiungere la soddisfazione dei nostri bisogni.

In questo periodo stiamo vivendo una Crisi Globale che deve fare riflettere sul Sistema Sociale in cui viviamo e che utilizza il principio economico: “le Risorse sono limitate rispetto ai Bisogni che sono illimitati“. Questo Sistema spesso trascura le Risorse Intellettive umane e, se le tenesse maggiormente in considerazione e avviasse un processo di insegnamento più efficace e diffuso, il principio economico potrebbe trasformarsi in:

“Le risorse intellettive umane sono tali e tante che possono soddisfare i bisogni“.

Se consideriamo, inoltre, che le nuove tecnologie disponibili, fatte per ridurre la fatica e migliorare le condizioni di lavoro, paradossalmente non sono sempre utilizzate a vantaggio dell’uomo ma spesso sostituiscono l’uomo, riducendo le sue possibilità di lavoro e creando disoccupazione, dobbiamo convenire che, continuando di questo passo, siamo vicini a un punto di rottura fra impiego di tecnologie e impiego dell’uomo che aumenterà le situazioni di disagio e che, riducendo il principale mezzo di sostentamento, l’occupazione, potrà generare grandi conflitti sociali.
Inevitabilmente, il cambiamento per superare questa Crisi Globale passa attraverso lo sviluppo delle capacità intellettive e dipende da un’Istruzione migliore e diffusa in ogni latitudine e luogo del nostro pianeta.
Il mondo del Lavoro dovrà avere un rapporto più stretto con il mondo della Scuola, per superare anche il paradosso che le persone con più anzianità di lavoro debbano rinunciare alla loro occupazione per dare spazio ai giovani, invece che continuare ad essere impiegati con un ruolo diverso, che è quello di insegnare e trasferire le loro competenze e esperienze ai giovani.
Bisogna superare il concetto che il luogo di lavoro sia soltanto la sede per produrre manufatti o Servizi ma che è altrettanto importante usarlo per trasmettere competenze e dare un servizio di miglioramento continuo.
Le aziende devono diventare anche luogo di apprendimento di competenze interne che devono essere trasmesse da persone esperte di processi di lavoro e preparate all’insegnamento.
A tale proposito tutti coloro che si dedicano all’insegnamento devono conoscere i meccanismi e le strategie che accompagnano i processi di apprendimento oltre alla conoscenza delle attività e delle discipline che devono trasmettere.

Per avviare il Cambiamento è necessario un nuovo modello di organizzazione del lavoro che vada oltre la mentalità di utilizzare l’uomo esclusivamente per produrre oggetti materiali, ma che utilizzi le sue risorse intellettive per migliorare i processi di lavoro e trovare nuovi modi di soddisfare i più disparati bisogni umani, da quelli alimentari, di salute, di sicurezza, di sviluppo delle scienze, di ricerca di nuove tecnologie per migliorare le condizioni di vita fino a quelle più adatte alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo di modelli sociali più adeguati.

Zeitgeist - The Movie (sub ita)

Il titolo del documentario “Zeitgeist” è un espressione in lingua tedesca e si può tradurre come “Lo spirito (Geist) del Tempo (Zeit). La pronuncia della parola in tedesco è [ˈt͡saitg͡aɪst] ed è un termine che descrive il clima intellettuale e culturale di un’epoca.
Il documentario è composto di tre parti distinte ma relazionate tra loro: la prima parte, “The Greatest Story Ever Told” (La più grande storia mai raccontata) affronta le bugie della religione, la seconda parte, “All The World’s A Stage” (Tutto il mondo è un palcoscenico) si occuperà delle menzogne relazionate all’11 $ettembre 2001, la terza, “Don’t mind the men behind the curtain” (Non preoccuparti dell’uomo dietro al sipario), affronterà la terza menzogna, quella del sistema finanziario.
Alla fine di questo film-documentario saremo tutti più consapevoli rispetto ai tre più potenti strumenti di potere che continuano a sottomettere e schiavizzare la quasi totalità degli uomini su questo pianeta.

Zeitgeist Addendum (sub ita)

Con il primo film della serie “Zeitgeist“, Peter Joshep ci abituò a valutare uno studio comparato delle diverse religioni considerando le connessioni, i collegamenti e le coincidenze che le caratterizzano, per poi passare al petrolio, al denaro=debito e agli attacchi di falsa bandiera avvenuti l’11$ 2001.
In questa seconda parte di Zeitgeist: Addendum, si vuole individuare quale sia la causa principale dell’aberrante corruzione sociale, offrendo allo stesso tempo una soluzione che non è basata sulla politica, sulla morale, sulle leggi o qualsiasi altro sistema istituito delle “faccende umane“, ma piuttosto è una moderna comprensione, non-superstiziosa, di ciò che siamo e di come ci allineiamo con la natura della quale siamo tutti parte.
Il documentario difende un nuovo sistema sociale che è stato aggiornato rispetto alle conoscenze attuali ed è fortemente influenzato dal lavoro di una vita condotto da Jacque Fresco e dal progetto Venere

Per accedere alla pagina del Movimento Zeitgeist cliccaQui

Per avere più informazioni rispetto a nuovi modelli di organizzazione del lavoro e dell’istruzione scolastica visita la pagina di tecnolgie cognitive Mind&Strategy.com

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August 9, 2012 by mikelangelo Leave a Comment

Libera la sedia é finita la commedia

Libera la sedia, una canzone per la Lombardia (pensando all’Italia).

Grande pezzo dei 7 grani che semplicemente manifesta la realtá politica in cui si vive…

Quando la band suona l’anticasta:
libera la sedia
“Quando abbiamo letto che esisteva una campagna libera la sedia per liberarci da Formigoni abbiamo immediatamente pensato che era un ritornello perfetto per una canzone. Il resto è venuto da sé: abitiamo sul confine tra Italia e Svizzera e siamo abituati a vedere gli Italiani passare il confine. Il problema è che prima ci dicevano di studiare per non dover emigrare, ora di studiare per poter emigrare!” Così Mauro, il chitarrista dei 7grani, racconta la nascita della nuova canzone della band.

I 7grani nascono nel 2003.

La band è composta dai tre fratelli Settegrani: Mauro alla chitarra, Fabrizio: voce, tastiere e chitarra e Flavio al basso.
Nel 2006 il loro brano “Universo fragile” ha scalato le classifiche di web radio negli USA e in altre parti del mondo, giungendo al primo posto in un network di Portland-Oregon, davanti a mostri sacri come Alanis Morrisette, Beck e Elton John, ed è rimasta in classifica per diversi mesi.

Per informazioni:

Ufficio Stampa 7grani e-mail: settegranig@yahoo.it
Skype: gsettegraniMob

Tel. +393472582386

www.7grani.it

Filed Under: Attualità, La Nuova Era

October 19, 2011 by mikelangelo Leave a Comment

Generazione di Indignati – il Movimento 15-M Si Diffonde a Livello Globale

Inspirati dalla “primavera araba”, il 15 Maggio 2011, in 50 cittá spagnole, i cittadini scesero in piazza per manifestare il proprio malessere contro i politici e contro un sistema di vita che obbliga ad accontentarsi di codizioni di vita precarie e di giochi di potere che inseguono solo gli interessi economici di pochi.

La prima manifestazione generale del movimento del 15-M (15 maggio) o degli indignati, come venne soprannominato in seguito, venne organizzata dalla piattaforma Democracia Real Ya! e si concluse all’alba del 16 Maggio con lo sloggio dei manifestanti dalla piazza del Sol di Madrid.

Il giorno dopo, il 17 Maggio, 10 mila persone si concentrarono di nuovo in quella stessa piazza, formando un accampamento (Acampada Sol).

Da quel giorno si formarono diversi accampamenti nelle principali piazze di varie cittá spagnole, si cominciarono ad organizzare assemblee generali con l’intenzione di promuovere una democrazia piú partecipativa.

Inizialmente aderirono al movimento poche centinaia di persone… dopo poco tempo i partecipanti divennero migliaia.

Giovani precari, disoccupati, studenti, ma anche persone anziane, pensionati, intere famiglie con i propri figli sulle spalle si ritrovavano ogni sera in piazza per partecipare ad un’assemblea generale con l’intenzione di cambiare la situazione sociale e politica.
Generazione di indignati 15-M - 15-O
In piazza le persone cominciarono ad organizzarsi in differenti gruppi di lavoro per coordinare le varie attivitá.

Si crearono gruppi dedicati all’informazione , al coordinamento interno, all’audiovisuale, alla cucina, etc…

Inizialmente i gruppi si ritrovavano nelle piazze, in un secondo momento, cominciarono a formare assemblee popolari aperte nei singoli quartieri delle cittá, che avrebbero soppiantato il ritrovo nella piazza principale.

Nessuno si sarebbe aspettato che da quel 15 Maggio si sarebbe creato un movimento specchio di questa societá annichilita, ma che ancora riesce a lottare per la propria dignitá.

Il movimento 15-M non rappresenta nessun partito politico.

Il movimento 15-M é un movimento cittadino pacifico, un movimento trasversale che comprende ogni singolo indivuiduo della nostra societá, da libero profesionista all’operaio, dal pensionato alllo studente, un movimento nato spontaneamente con l’idea che il governo debba essere il popolo e che sia necessaria una rivoluzione etica attraverso la quale si possa arrivare a considerare l’essere umano non piú come il prodotto di un mercato, ma come un individuo al quale debbano essere garantiti i diritti basilari: una casa che si possa pagare senza dover rinegoziare il mutuo, un lavoro che non sia sempre piú temporaneo, un’educazione pubblica che possa godere dei fondi adeguati e una cultura che non sia piú diluita da riforme come quella di Bologna.

Il problema é il sistema e come tale va cambiato a favore dell’uguaglianza sociale, del libero accesso alla cultura, della solidarietá, la sostenibilitá ecologica, lo sviluppo delle abilitá e della felicitá delle persone.

La gente che si identifica in questo movimento é unita da un malessere generalizzato, non si sente rappresentata dal sistema politico attuale e soprattutto crede che sia possibile un profondo cambiamento sociale, politico ed economico.

Gli indignati del movimento 15M sono gente corrente che si é stancata della propria rassegnata esistenza, che prova rabbia per l’impossibilitá di programmare un futuro, persone che non hanno piú fiducia nelle istituzioni tradizionali, istituzioni politiche e soprattutto istituzioni finanziarie, le banche, ritenute responsabili della crisi e anche aprofittatrici dei danni arrecati al bene comune.

Il movimento 15M ha preso spunto dalle manifestazioni del Cairo ed é riuscito ad estendere il movimento degli indignati all’estero, creando un nuovo sentimento di solidarietá a livello internazionale.

La vigilia di questo movimento attivo e deciso a cambiare lo stato delle cose é avvenuta a Madrid, presto si sono organizzate proteste di indignati in varie cittá del mondo, per terminare con la protesta di “Occupy Wall Street” avvenuta a New York.

Il prolungamento di questo movimento ha portato alla mobilitazione mondiale del 15 ottobre del 2011, meglio conosciuta con la signa 15-O all’insegna del cambio mondiale.

La convocatoria del 15-O ha compreso manifestazioni in 82 paesi appartententi ai 5 continenti, dall’America all’Africa, dall’Europa all’Asia per arrivare all’Australia.

Noi abbiamo partecipato alla manifestazione di Barcellona, la cittá che con Madrid e Roma, ha riscosso piú affluenza.

Dati ufficiali diffusi dagli organizzatori delle varie manifestazioni hanno riscontrato un’affluenza di 500.000 persone a Madrid, 200.000 a Barcellona, 300.000 Roma, l’unica cittá in cui ci sono stati scontri e feriti, 100.000 a Valencia , 100.000 a Lisbona, 100.000 a Santiago del Cile, 40.000 a Saragoza, 50.000 a New York, 10.000 a Berlino, 10.000 a Zagabria, 7.000 a Bruxelles… etc..

Rif. Wikipedia.

Guarda il Film V di Vendetta in streaming:

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October 16, 2011 by mikelangelo Leave a Comment

Indignati in Spagna – dall’Indignazione all’Azione

Dopo un a larga assenza stiamo per ritornare all’azione per raccontavi qualcosa in piú riguardo a quello che, forse, ancora non sapete riguardo al Movimento 15M dall'indignazione all'azione - Catalunya - Spagna movimento del 15M, los indignados de España, los Indiñados de Catalunya, los indignados de Wall Street, di Roma, di Milano, di Torino…
Gli indignati di tutto il mondo, le manifestazioni… le persone di tutto il pianeta sentono la necessitá di vedere cambiare un sistema ormai obsoleto… un sistema che semplicemente non puó piú funzionare…

Nei prossimi giorni pubblicheremo le foto, i video e.. tutto quello che potrá servire per capire, vedere, sentire…

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May 1, 2011 by Klelia Leave a Comment

Il fantasma di chernobyl

Dedichiamo le prime righe di questo nuovo articolo per ringraziare di cuore Roberto per la sua recente donazione, in ogni angolo del pianeta stiamo vivendo tempi difficili, ma é proprio in questo particolare tipo di situazioni che nascono le idee migliori, l’appoggio dei nostri lettori é il carburante che ci permette di andare avanti!

26/04/1986 (chernobyl, Ucraina) – 12/03/2011 Fukushima, Giappone).

Le date sopracitate sono entrate a far parte della memoria collettiva mondiale.
25 anni dopo Chernobyl - succede a Fukushima
La prima data, il 26 di Aprile del 1986, ci riporta indietro nel tempo per ricordare la catastrofe nucleare di Chernobyl, in cui il reattore numero quattro della centrale, situato nella cittá di Pripyat (Ucraina), a 18 km dalla cittá di Chernobyl e a 16 km dalla frontiera tra Ucraina e Bielorussia, esplose a seguito di vari errori commessi durante un esperimento, condotto con l’intenzione di risparmiare energia ed aumentare la sicurezza del reattore.

Su Wikipedia possiamo trovare informazioni molto dettagliate:  Il Disastro di Černobyl

Secondo Yuli Andreyev, Chernobyl continua ad essere assediata da veritá nascoste. Andreyev fu il vice-direttore di Spetsatom, l’ organismo sovietico di lotta contro gli incidenti nucleari e conosce a fondo l’Agenzia Internazionale dell’ Energía Atomica (AIEA).

Secondo l’ingegnere russo, il disastro di Chernobyl non fu frutto di errori umani, ma di un chiaro difetto di disegno dei reattori RMBK, risultato di una cattiva economia condotta dall’Unione Sovietica.
Per risparmiare, infatti , si decise di economizzare sul materiale impiegato per la costruzione della centrale e di alimentare i reattori con uranio relativamente poco arricchito, essendo il processo di arricchimento di questo elemento particolarmente costoso.

L’esplosione di Chernobyl provocó la perdita di 6,7 tonnellate di materiale radioattivo nell’atmosfera e il deposito di isotopi radioattivi sui 150mila km quadrati d’Europa attraverso la famosa nube radioattiva che viaggió per la maggior parte del continente europeo, spostandosi dapprima verso il mar Baltico e poi verso l’Europa centrale.

Anche se dopo 36 ore fu fatta evacuare l’ignara cittadina di Pripyak, a 3 km dalla centrale, non ci si rese conto da subito della gravitá dell’accaduto, tanto che, la prova iniziale di un rilascio di materiale radioattivo consistente a Chernobyl, non venne dalle autorità sovietiche, ma dalla Svezia, dove il 27 aprile furono trovate particelle radioattive negli abiti dei lavoratori dello stabilimento di Forsmark (a circa 1.100 km della centrale di Chernobyl).
Non avendo riscontrato nessuna fuga radioattiva, l’elevato livello di radioattivitá registrata suggerí che da qualche parte c’era stato un incidente.
60 ore dopo il disastro, ancora non era stata riportata alcuna notizia ufficiale fuori dall’Unione Sovietica. Fu la Svezia a dare il segnale d’allarme.

Mentre Gorbachov cercava ancora di riunire informazioni sulla situazione, i satelliti spia americani ed europei si orientarono verso la Russia e scoprirono la rovina della pianta nucleare ucraniana.
Uno degli errori piú gravi commesso dall’allora governo russo fu quello di attuare come se non fosse successo niente.
Sei giorni dopo il disastro, nonostante le radiazioni superassero di varie migliaia di unitá il livello normale, le autoritá incitarono a celebrare la festivitá del primo di Maggio anche in zone dove si sapeva fossero presenti alti livelli di contaminazione.
Per non creare allarme e non destare sospetti all’estero, i leaders locali del partito comunista ordinarono agli abitanti di Chernobyl, Kiev e di altre cittadine relativamente vicine alla centrale di prendere parte alla sfilata civile del primo Maggio (ricordata oggi come la “sfilata della morte“).

Le foto ufficiali della celebrazione avvenuta in luoghi pubblici scomparvero dagli archivi nazionali d’Ucraina.
Cherbitsky, il primo segretario del partito comunista ucraino, accusato di non aver cancellato la sfilata e di aver occultato a Mosca la gravitá dell’incidente nelle prime ore dell’accaduto, si suicidó nel 1989, un giorno prima di dover rendere pubblico il ruolo che rivestí nell’insabbiamento del disastro di Chernobyl.

Il reattore, nel frattempo, continuava a bruciare e si decise di coprirlo gettando borse piene di sabbia e acido borico per tentare di neutralizzare la radiazione.
Ma una volta tappato il reattore, il magma radioattivo avrebbe potuto creare delle infiltrazioni nel blocco di cemento sottostante e si cominció a temere che questo potesse entrare in contatto con l’acqua pompata dai pompieri durante le prime ore del disastro, che nel frattempo si era andata a depositare proprio sotto il blocco di cemento.
Se il magma fosse entrato in contatto con l’acqua ci sarebbe stata una seconda esplosione nucleare ancora piú devastante della prima.
Si chiamarono i massimi esperti del paese in tema di energia nucleare e si concluse che l’esplosione sarebbe potuta essere cosí poderosa, da rendere l’Europa completamente inabitabile.
Per evitare un secondo disastro nucleare, la commissione di stato a Mosca decise di inviare una squadra di pompieri per drenare l’acqua al di sotto del reattore. Piú tardi questi pompieri saranno dichiarati eroi nazionali, ma soffriranno per tutta la vita di disturbi causati dalle radiazioni.

Come ulteriore misura di prevenzione, si gettarono all’interno del reattore barre di piombo per far scendere la temperatura. Durante questa operazione, 600 piloti furono seriamente contaminati a causa delle radiazioni e morirono tutti.
Per evitare che il magma continuasse a filtrare (al di sotto del reattore si trovava l’acquedotto che riforniva d’acqua tutto il paese) si inizió ad organizzare una nuova operazione riunendo 10.000 minatori con lo scopo di scavare una galleria che portasse fino sotto al reattore, in modo da installare un sistema di refrigerazione che avrebbe dovuto evitare ulteriori esplosioni.
I minatori non furono informati del pericolo a cui andavano incontro. Si stima che un quarto di questi valorosi uomini morí prima di compiere i 40 anni, si tratta del sacrificio di circa 2500 vite umane che non viene menzionato in nessuna statistica ufficiale.

Dopo l’incidente, si inizió un processo di decontaminazione, in cui 600 mila persone denominate liquidatori (100 mila soldati e 500mila civili) pulirono le zone contaminate, ammazzando animali come cani e gatti, per evitare che trasportassero particelle radioattive attraverso il pelo ed evacuando le ultime zone, abbattendo case e sotterrandole.

Il sarcofago della centrale nucleare di Chernobyl si stá corrodendo provocando fughe radioattive

Intorno al reattore si costruí un sarcofago di acciaio e cemento.

Ancora oggi, nonostante i vari studi realizzati sugli effetti causati dall’incidente, non si conosce con certezza e affidabilitá l’impatto di questo disastro in termini di salute umana (incremento di casi di cancro, leucemie infantili, cataratte, deformazioni, danni al DNA, ecc…), di contaminazione della flora, della fauna e della biodiversitá.

Nonostante i migliaia di aborti prodotti nei mesi dopo il disastro e le deformazioni verificatesi in molti bambini, non esiste uno studio ufficiale sulle mutazioni al genoma umano derivate da Chernobyl.

Ancora oggi é in atto una grande controversia sul numero delle vittime mortali causate dall’incidente.
Quello che risulta chiaro riguardo al disastro di Chernobyl é che resta ancora molto lavoro da fare.
Il piú immediato riguarda sicuramente la costruzione di un nuovo sarcofago d’acciaio, giacché quello vecchio, costruito subito dopo l’incidente, per nascondere la minaccia di 200 tonnellate di materiale radioattivo, si é degradato nel corso del tempo per effetto delle radiazioni, del calore e della corrosione causata dai residui nucleari.
Oggi ci troviamo di fronte al grave rischio di collasso della struttura, che potrebbe avere conseguenze drammatiche per la popolazione e l’ambiente circostante. Stiamo ancora riscattando il danno ambientale di 25 anni fa e non abbiamo neanche la certezza di riuscirci nei tempi previsti, visto che ancora non sono stati raccimolati i soldi necessari per costruire la nuova protezione.
Un quarto di secolo dopo l’incidente, la zona devastada in Ucraina continua ad avere bisogno di importanti investimenti per contenere il rischio di contaminazione.
É importante sapere che la ricostruzione del nuovo sarcofago é stata stimata intorno ai 740 milioni di euro, ma solo 550 milioni sono stati riuniti finora dai paesi donanti.
Il termine del progetto di ricostruzione, inizialmente stabilito per il 2008, é stato rimandato al 2015 insieme alla costruzione di un magazzino per i residui radioattivi nascosti nel primo sarcofago.
Il costo totale di entrambi i progetti sale a 1750 milioni di euro.

Malformazioni causate dal disastro nucleare di Chernobyl

Subito dopo l’incidente di Chernobyl, l’incidenza dei tumori maligni tra i bambini è cresciuta del 46,7% e purtroppo, dopo quella data, ha continuato ad aumentare fino al 68,7% come rilevato dai dati analizzati nel 2001 .
Il governo può passare ai malati e alle loro famiglie solo il 30% delle spese mediche che devono sopportare.

25 anni dopo, la storia si ripete in Giappone, dove il 12 marzo 2011 la centrale nucleare di Fukushima subisce un’esplosione provocata dal terremoto a Sendai e dall’immediato tsunami che in seguito ha colpito la costa nord-est dell’isola nipponica.

Nei giorni successivi si sono verificate ulteriori esplosioni che hanno causato l’espulsione nell’atmosfera di particelle radioattive, costringendo le autorità a delimitare una zona di sicurezza di 10 km, che è stata poi prorogata a 30 km (Greenpeace ha segnalato livelli di radiazione in un raggio di 40/60 km, ma spesso viene ignorata dalle autoritá locali).

Dalle notizie piú recenti si puó apprendere quanto le radiazioni abbiano superato i limiti legali di contaminazione nell’acqua potabile di Tokyo, a Taiwan sono stati esaminati alimenti radioattivi provenienti dal Giappone, si é verificata una fuga radioattiva di iodio e di cesio nel mare, lo iodio ha una vita attiva di otto giorni, il cesio 137, invece, tarda piú di 30 anni a semidisintegrarsi.

Queste sono solo alcune delle prove concrete di come l’industria nucleare possa provocare dei danni medioambientali tali da coinvolgere l’intera umanitá presente e futura (soprattutto futura), danni che non restano circoscritti alla zona colpita e che si ripercuotono nella catena alimentare.

In seguito alla fuga radioattiva, il 4 aprile 2011, Tepco, la compagnia elettrica di Tokio che gestisce la centrale nucleare, ha deciso di scaricare in mare circa dieci mila tonnellate di acqua radioattiva accumulata di “basso livello” e un totale di 1.500 tonnellate di acqua radioattiva del sottosuolo stoccata nei pozzi di drenaggio. L’obiettivo é stato quello di liberare spazio nei depositi per immagazzinare altra acqua piú contaminata (si parla di altre 60 mila tonnellate).
Secondo Tepco, l’impatto di questo provvedimento provocherebbe la scarica di una dose radioattiva pari a 0,6 mSv, che, “casualmente”, coincide con la dose radioattiva annua consentita alla quale gli adulti sono esposti per natura.
Per non parlare della fuga nell’atmosfera del mix di uranio e plutonio conosciuto come MOX, un tipo di combustibile molto pericoloso utilizzato unicamente nel reattore 3 della centrale di Fukushima. Tale combustibile é fornito dalla compagnia francese AREVA che lo stava sperimentando in due centrali giapponesi.

Giá nel 2001 Greenpeace segnaló che l’uso del Mox doveva essere evitato a causa dell’alto rischio che comporta e che non doveva essere inviato alla centrale di Fukushima poiché i reattori convenzionali non erano preparati all’impiego di questo combustibile. Dal 2002, inoltre, la Tepco avrebbe falsificato i controlli di qualitá. Il Mox, che infatti, produrrebbe maggior rendimento energetico, avrebbe dimostrato la sua instabilitá e la difficoltá di controllo dovuta all’interazione di due reazioni, quella del plutonio e quella dell’uranio. Ricordiamo che si conoscono 15 isotopi differenti di plutonio e che tra questi il plutonio 239 (trovato in una mostra raccolta a Marzo) impiega 24 mila anni per disintegrarsi.

L’11 aprile del 2011 l’incidente di Fukushima viene elevato al livello sette della scala INES, la scala degli incidenti nucleari.
25 anni dopo Chernobyl quindi, ci ritroviamo ad un livello 7 della scala INES in Giappone, il livello massimo contemplato da questa scala di valori.

Il Giappone non é l’Ucraina della Russia totalitaria sprovvista di una cultura della sicurezza. Il Giappone é il paese della tecnologia, del treno proiettile da 320km/h, dei grattacieli che ondeggiano, anziché crollare, in caso di terremoto, eppure, dopo piú di due mesi dall’incidente di Fukushima Dai-ichi, anche se non se ne parla piú, si staziona ancora ad un livello di allarme molto elevato.

Secondo le ultime informazioni rilasciate da TEPCO e dall’Agenzia di Sicurezza Nucleare del Giappone, il recipiente a pressione e la recinzione di contenimento del reattore 1 “sarebbero danneggiati”, lo stato dei recipienti dei reattori 2 e 3 è “sconosciuto”, la recinzione di confinamento del reattore 2 “è probabilmente danneggiata e anche qui ci sono probabili fughe di materiale radioattivo”.

Il prossimo 12 e 13 di Giugno 2011 per dire ADDIO AL NUCLEARE, al referendum devi votare SI.

Per concludere vi proponiamo 4 interessanti documentari in streaming, 2 in italiano e 2 in spagnolo, per approfondire ulteriormente le nostre conoscenze riguardo al pericolo rappresentato dalle centrali nucleari e alla nascita di fonti rinnovabili che potrebbero sostituirle in breve tempo.

El desastre de Chernobyl - il disastro di Chernobyl

Nucleare pattumiera di stato

Energia nucleare e fonti rinnovabili

Chernobil 25 anni dopo - Chernobyl 25 años despues

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Filed Under: Ambiente, Attualità, Documentari, La Nuova Era

March 26, 2011 by mikelangelo Leave a Comment

Le centrali nucleari sicure

Sono passati piú di vent’anni dal disastro di Chernobyl, centianaia di migliaia di persone sono morte piú o meno lentamente di cancro, molte altre continueranno ad ammalarsi, centinaia di bambini sono nati con deformazioni gravi e non sappiamo a quanti altri spetterá questa triste sorte.
Il devastante terremoto che ha colpito il Giappone ci sta dimostrando, un’altra volta, quanto le centrali nucleari possano essere sicure, la nube radioattiva, invisibile e impercettibile, sta facendo il giro del pianeta, é giá passata sul nord Italia, ma i media, i giornali, sempre piú manipolati dagli interessi dei loro padroni sminuiscono il problema.
Centinaia di tonnellate di combustibile si stanno riversando nell’atmosfera e potrebbero incediarsi contaminandola, molti paesi hanno consigliato alla cittadinanza di abbandonare il Giappone.Disastro nucleare in Giappone centrali nucleari sicure

“Questo è un territorio inesplorato. Esiste un 50 per cento di probabilità di perdere i sei reattori e i serbatoi di stoccaggio “, dice Jan Beyea, fisico nucleare della società statunitense Consulting in the Public Interest.

“Sono sorpreso che la situazione sia peggiorata cosí rapidamente… Ma se non ci sará nessun progresso, in pochii giorni, il combustibile utilizzato si fonderá” ha dichiarato Ed Lyman, fisico della Union of Concerned Scientists ed esperto in progettazione di impianti nucleari.

Lo stabilimento di Fukushima Daiichi, nel Giappone orientale, è stato danneggiato da un potente terremoto e da un poderoso tsunami l’11 di questo mese, si stima che ci siano circa 1.700 tonnellate di combustibile nucleare usato, ma ancora pericoloso, in cisterne di stoccaggio, in prossimità dei sei reattori, afferma Kevin Kamps, specialista di rifiuti radioattivi e appartenente all’organizzazione ambientalista statunitense Beyond Nuclear.
I serbatoi mantengono da 30 o 35 anni il combustibile utilizzato nei reattori numero tre e quattro, ma hanno perso la capacità di contenimento e la maggior parte delle acque di raffreddamento.
Potrebbero prendere fuoco rilasciando particelle radioattive nell’atmosfera, provocando il piú grande disastro nucleare della storia.

Giovedí (17-03-2011), elicotteri militari giapponesi protetti da piombo hanno riversato acqua marina sui reattori tre e quattro, nel disperato e rischioso tentativo di raffreddarli.

Se una parte del combustibile esaurito si incendia e si diffonde, vaste aree del Giappone potrebbero essere contaminate dal cesio-137 per 30 o 50 anni “, ha detto Beyea all’IPS.

Il Cesio-137 rimane radioattivo per oltre cento anni e provoca cancro, oltre a causare altri gravi danni alla salute. Una volta rilasciato nell’ambiente è molto difficile da controllare.
Il cesio è il motivo per cui gran parte della regione intorno a Chernobyl, dove avvenne l’esplosione, in quella che oggi è l’Ucraina, rimane inabitabile da oltre 20 anni.
Uno studio sulla salute, condotto nel 2010 dalla American University of South Carolina, ha dimostrato che i bambini nati dopo il disastro, anche a piú di 75 miglia di distanza, ha avuto problemi cronici ai polmoni a causa della presenza di Celsius-137 nelle particelle di polvere e nel suolo.

“Le particelle di cesio si sparsero per centinaia di chilometri durante l’intenso fuoco di Chernobyl“, dice Kamp.
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Chernobyl aveva in totale 180 tonnellate di combustibile nucleare, mentre Fukushima Daiichi ne ha 560 tonnellate nel suoi reattori, piú 1.700 di combustibile esaurito.

‘L’industria nucleare Giapponese e degli Stati Uniti sapeva che la perdita di liquido refrigerante nei serbatoi di stoccaggio del combustibile usato sarebbe stato un problema grave, ma semplicemente dissero che non sarebbe accaduto nulla “, dice Beyea, co-autore di uno studio del 2004 su questo argomento per il Consiglio Nazionale delle Ricerche della National Academy of Sciences Statunitense.

Avendo lavorato nell’industria, Beyea ha detto di essere convinto che sia gestita da ingegneri troppo fiduciosi di se stessi che minimizzano o ignorarano la probabilità di disastro.

I reattori nucleari generano enormi quantità di calore e devono essere costantemente raffreddati per evitare che il serbatoio del carburante si infiammi e si sciolga.

Dal momento che una reazione nucleare non si puó spegnere, il combustibile usato, quando viene rimosso da un reattore, continua a generare una gran quantitá di calore e deve essere raffreddato in acqua per un periodo che va dai cinque ai 20 anni.

Tutti i reattori possiedono serbatoi di stoccaggio con spessi muri in cemento armato, situati a circa 15 metri di profondità e contenti circa 1,5 milioni di litri di acqua. Quest’ acqua si riscalda velocemente e deve essere costantemente sostituita da acqua fredda.

Nella centrale di Fukushima Daiichi la perdita di elittricitá e la mancanza di generatori di sostegno ha limitato il flusso di acqua nei serbatoi di stoccaggio e nei reattori.

I livelli di radiazione all’interno dello stabilimento sono saliti così tanto, che è molto pericoloso, per quelli che stanno lavorando rimanere lì per pompare acqua di mare.

Solitamente si usa acqua potabile, perché l’acqua marina contiene sali che intaccano i metalli.
Ma in questo caso si tratta di emergenza.

Le radiazioni raggiungono livelli letali quando non c’è abbastanza acqua per riempire un serbatoio di stoccaggio.

Kamps continua la sua intervista dicendo: “Sarà molto difficile avvicinarsi sufficientemente per raffreddare i serbatoi, se accadesse il peggio e si incendiassero i sei serbatoi, accadrá un disastro inimmaginabile. Potrebbe essere molto peggio di Chernobyl“.

La quantità di cesio che potrebbe essere rilasciato in Fukushima è migliaia di volte superiore di quella che fu rilasciata dalla bomba atomica che fu lanciata su Hiroshima nella seconda guerra mondiale (1939-1945), riconosce Beyea.

“Il Giappone dovrá affrontare un enorme impatto sulla sua economia, sulla società e sulla salute dei propri cittadini”, e questi effetti potrebbero durare decenni.

A Giugno, in Italia ci sará un referendum sul nucleare, vogliamo mettere a rischio la nostra vita, quella dei nostri figli e delle generazioni a venire?

Noi di CoscienzaGlobale.com diremo NO Al nucleare!

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Filed Under: Attualità, La Nuova Era Tagged With: Emergenza nucleare in Giappone, Referendum sul nucleare in Italia, Terremoto in Giappone

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